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Canelas 2010, la storia della squadra che nessuno voleva sfidare

Calcio EsteroCanelas 2010, la storia della squadra che nessuno voleva sfidare

Il Canelas 2010 è stato per anni il terrore delle divisioni inferiori portoghesi, ma oggi si gioca la promozione nella seconda serie lusitana

“Tempo fa mi raccontarono di una squadra violenta e indisciplinata, contro la quale nessuno voleva giocare. Vinse così tante partite a tavolino che a fine stagione venne promossa quasi senza scendere in campo. La conoscete”? A porsi questa domanda è Chris David, prima base della franchigia di MLS dei Baltimore Orioles, incuriosito da una delle storie più particolari partorite in questi anni dal cosiddetto calcio di provincia.

Il protagonista di questa vicenda è il Canelas 2010, matricola portoghese che nella stagione 2016/17 ha vinto la quarta divisione lusitana proprio a causa dei numerosi forfait registrati in occasione delle proprie partite. Secondo quanto riportato su ESPN da Nick Reid e ripreso un interessante approfondimento pubblicato da The Guardian, i tifosi del Canelas 2010 avrebbero sistematicamente intimidito le squadre avversarie, a tal punto che 12 delle ultime 13 partite previste in calendario non sono più state giocate.

Un’indagine condotta nella tifoseria organizzata ha poi stabilito che grossa parte degli ultras del Canelas 2010 altro non rappresentano che un ramo ben delineato di tifosi del Porto. I quali, quando i Dragoni non scendono in campo, si trasferiscono in blocco in periferia per supportare questa piccola realtà che, a modo e in maniera totalmente paradossale, porta avanti un discorso sulla base dell’aggregazione popolare.

canelas 2010
Fonte immagine: @canelas_2010 (Twitter)

Il Canelas 2010 sul New York Times

Il nome del Canelas 2010, nonostante la squadra militi ancora oggi nelle categorie inferiori del calcio portoghese, ha fatto il giro del mondo. I modi spicci con i quali, soprattutto durante le partite casalinghe, i tifosi e i calciatori accolgono gli avversari sono stati ripresi anche dal New York Times, che ha rilanciato un video da Youtube nel quale il capitano Fernando Madureira, uno dei leader della tifoseria del Porto, minacciava e intimidiva alcuni giocatori dell’altra squadra.

Gli unici a non caderci furono i dilettanti del CD Candal, che non solo si presentarono in campo ma riuscirono anche a vincere 2-0, aiutati dall’espulsione di un calciatore avversario e dalla polizia, che a fine partita dovette scortarli per chilometri in modo tale che la situazione non degenerasse. Questa fu anche l’unica sconfitta stagionale per il Canelas 2010, il cui atteggiamento non è mai cambiato.

Celebre, in negativo ovviamente, fu l’episodio capitato nel match giocato contro il Rio Tinto, quando Marco Gonçalves venne espulso per aver morso un avversario a palla lontana e poi arrestato – con conseguente squalifica di quattro anni e mezzo – per aver spaccato il naso all’arbitro con una violenta ginocchiata, guadagnandosi una condanna a undici mesi poi sospesa.

Come sta oggi il Canelas

La partita contro il Rio Tinto venne sospesa e poi vinta a tavolino da quest’ultimi, con il Canelas 2010 che – nelle ultime stagioni – ha fatto la spola tra terza e quarta divisione. Attualmente però la squadra è messa particolarmente bene, visto il primo posto nel Gruppo D del Campeonato del Portugal Prio.

Le possibilità di accedere alla seconda fase e giocarsi la promozione in seconda serie sono alte, ma la cosa che più interessa all’opinione pubblica è capire se i legami con la tifoseria organizzata del Porto sono ancora forti. La risposta è sì, non tanto in campo quanto fuori: negli ultimi anni, pur decimato da arresti e diffide, il nucleo centrale degli ultras del Canelas 2010 è più o meno rimasto intatto.

Un tifo caldo e passionale, meno violento rispetto al passato ma comunque osservato da vicino dalla Municipalidad de Oporto, che quando il Canelas 2010 scendere in campo impiega sempre qualche risorsa in più per assicurare l’ordine pubblico. La squadra, oggi, è però cambiata profondamente, dando spazio anche a molti stranieri come il brasiliano Alex, capocannoniere del girone, attraverso i cui gol passano le ambizioni dei biancoblu.

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