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Red Bull sta facendo grandi cose anche in Brasile

Calcio EsteroRed Bull sta facendo grandi cose anche in Brasile

Organizzazione europea, idee e strategia: Red Bull si sta imponendo anche in Sudamerica grazie alle gesta del Bragantino

Con la vittoria per 2-0 sull’Atletico Paranaense il Bragantino si è rilanciato nella corsa alla qualificazione per la prossima Copa Libertadores, in un Brasileirão lungo, complicato e arrivo al rush finale. A quattro turni dalla fine, sono solo una manciata i punti che separano i bianconeri dal sesto posto, quello valido per strappare un pass playoff.

Difficile, ma non impossibile. Nel caso in cui l’impresa non dovesse riuscire, però, nessun problema, perché il Bragantino ci riproverà la stagione prossima. Infatti, alle spalle di uno dei club storici dei sobborghi di San Paolo, da poco più di un anno c’è Red Bull che dirige le operazioni. La multinazionale delle bevande energetiche ha fatto un lavoro profondo in pochissimo tempo, dopo che il primo impatto col Brasile non era andato benissimo.

bragantino
Fonte immagine: @RedBullBraga (Twitter)

Il fallimento del Red Bull Brasil

Infatti, il patron Dietmar Mateschitz – in accordo con l’assemblea dei soci del colosso austriaco – qualche anno fa aveva pianificato una strategia di espansione per far sì che il marchio Red Bull girasse anche in Sudamerica. L’idea di aggiungere quindi un’altra squadra al proprio portafoglio sembrava l’ideale: la scelta ricadde sul Red Bull Brasil, piccolo club di Campinas nel quale la multinazionale ha investito sin dal 2007, l’anno della fondazione.

L’idea di utilizzare questa realtà come serbatoio per gestire i vari talenti precettati sul territorio si è però rivelata fondamentale, perché proprio in virtù del fatto che il club era appena nato, fu obbligato a partire dalle serie più basse della piramide brasiliana. Insomma, per arrivare su, far girare qualche soldo e quindi acquistare giocatori giovani e forti ci sarebbe voluto troppo tempo.

Infine, hanno inciso anche l’assenza totale di tifosi, una bacheca giocoforza vuota e prospettive di basso profilo. Serviva una svolta, così Red Bull ha deciso di cambiare strategia e, a marzo 2019, di acquistare il Bragantino. Che ne è stato del Red Bull Brasil? È sparito nei meandri del calcio inferiore brasiliano e, attualmente, lo si vede soltanto in occasione del Paulistão, torneo statale nel quale milita in seconda divisione.

 

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La nuova era al Bragantino

Red Bull si sposta quindi qualche chilometro più n là, a Bragança Paulista, dove trova un club caduto in disgrazia ma comunque molto conosciuto e tifato all’interno dello stato di San Paolo. Il Bragantino mancava da tempo nel Brasileirão, gli ultimi anni li aveva passati sull’orlo perenne di una crisi economica e, proprio per questo, il colosso austriaco ha annusato l’affare.

Dopo la grande campagna promozione con in panchina una vecchia conoscenza del calcio italiano, l’ex difensore romanista Antonio Zago, il Leão ha avuto qualche problema ad adattarsi alla prima divisione, girando all’andata in zona retrocessione. Il ritorno, invece, è stato di grande profilo e ha portato alla rimonta una squadra che, nel frattempo, era passato da altri due allenatori per finire a Mauricio Barbieri.

Classe 1981, uno stage al Porto campione d’Europa 2004 sotto José Mourinho, Barbieri si è laureato all’Università di San Paolo e, nonostante la giovane età, ha già tanta esperienza in panchina. Tra l’altro, nel triennio 2013-2016 lo stesso Barbieri aveva allenato il Red Bull Brasil, stringendo un rapporto di stima con l’attuale CEO del Bragantino Thiago Scuro, uomo dell’azienda su suolo sudamericano.

Giovani e mercato

L’obiettivo di Red Bull in Sudamerica è quello di poter mettere le mani sui giovani talenti locali prelevandoli direttamente alla fonte, anticipando la concorrenza e tastandoli in un contesto sicuro e familiare, prima di portarli in Europa. Per questo motivo, in occasione del ritorno nella massima divisione, il Bragantino ha speso circa 20 milioni di euro.

A Bragança sono arrivati diversi prospetti interessanti, tutti con un’età decisamente giovane e plasmabile nel tempo. La stella è Claudinho, acquistato dal Ponte Preta, trequartista di 22 anni dai colpi mlto interessanti. Per lui si parla già di un possibile sbarco in Austria, a Salisburgo, alla pari del centravanti Alerrandro, classe 2000 ex Atletico Mineiro, e all’esterno Artur, esterno offensivo ex Palmeiras.

Il 2021, nonostante la crisi, ha portato in dote il fortissimo mediano Ramires e la punta ecuadoriana Jan Hurtado, arrivato in prestito oneroso dal Boca Juniors con diritto di riscatto. Inutile dire che il Bragantino è anche la squadra con l’età più bassa di tutto il Brasileirão, con 24.9 anni di media. Gente giovane, con grandi prospettive.

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