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Belotti-Torino: è arrivata l’ora di separarsi

OpinioniBelotti-Torino: è arrivata l’ora di separarsi

Dopo sei stagioni Belotti e il Torino potrebbero decidere di prendere strade diverse, per esigenze sia del giocatore che del club

Anche le più belle storie d’amore possono concludersi. Parlando di legami calcistici, uno attualmente ancora ben saldo è quello tra Andrea Belotti e il Torino. L’attaccante è infatti alla sesta stagione in granata, ricopre il ruolo di capitano ed è il simbolo assoluto del club. Una serie di situazioni potrebbero però far scricchiolare l’idillio tra il Toro e i suo bomber.

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Il lockdown può limare le richieste di Cairo

Ipotizzando una futura separazione tra il Torino e Belotti, è lecito chiedersi se sono arrivate offerte congrue per l’attaccante. Da questo punto di vista i corteggiamenti non sono mai mancati, con l’ultimo in ordine cronologico arrivato dal Tottenham. Gli Spurs in estate hanno offerto 50 milioni di euro: proposta rispedita al mittente dal patron del Torino Urbano Cairo, che ritiene Belotti centrale nel suo progetto.

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Il presidente granata ha respinto anche offerte superiori negli anni passati per Belotti, mostrando grande fiducia nei confronti del giocatore. Lo scenario però potrebbe cambiare nei prossimi mesi, vista la crisi delle società di calcio dovuta al Coronavirus e i conseguenti investimenti minori. Una situazione che potrebbe portare Cairo a decidere di sacrificare Belotti, non richiedendo le cifre elevate del passato e garantendosi comunque un’importante plusvalenza (l’attaccante era stato pagato 7,5 milioni di euro nel 2015 dal Palermo).

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Torino troppo “piccolo” per Belotti?

Belotti è il Torino hanno seguito un andamento simile nelle prime quattro stagioni insieme. L’attaccante infatti ha avuto degli exploit notevoli – come la stagione 2016/17 chiusa 26 gol –, ma anche annate negative come la successiva (con sole 10 reti realizzate). Lo stesso si può dire per il Toro, capace di conquistare un ottimo settimo posto nella stagione 2018/19 dopo aver condotto dei campionati decisamente più anonimi. La sensazione era quindi che Belotti avesse trovato la sua perfetta dimensione indossando la maglia granata.

Percezione mutata nell’ultimo anno e mezzo, vedendo il diverso livello di rendimento tra l’attaccate e la squadra. L’annata 2019/20 è stata infatti molto deludente per il Torino che, partito con ambizioni europee, ha conquistato la salvezza solo nelle ultime giornate. Una stagione negativa anche sul piano del gioco, che comunque non ha impedito a Belotti di segnare 16 gol in 36 partite. L’attaccante è infatti andato oltre le difficoltà della squadra, confermando questa qualità anche all’inizio di questa stagione. In 7 gare disputate, chiuse dal Toro con soli 4 punti conquistati, ha messo a segno 6 gol.

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Un bottino certamente notevole, ottenuto più per le ottime doti realizzative di Belotti che non per la bravura della squadra a sfruttare le sue caratteristiche. Si è quindi creata una differenza di status tra il Torino e il suo capitano, che potrebbe portarlo a desiderare un club di livello superiore.

A Belotti serve l’Europa per mantenere l’azzurro

Le prestazioni fornite da Belotti con il Torino lo hanno portato in pianta stabile nel giro della Nazionale. L’attaccante è stato schierato con continuità dal ct Roberto Mancini sia nelle qualificazioni agli Europei del 2020 che nella successiva Nations League, incidendo sui risultati azzurri con 5 gol. Uno score che lo pone tra i candidati principali per una maglia da titolare agli Europei in programma la prossima estate.

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Per poter risultare all’altezza al momento di vestire la maglia della Nazionale, Belotti avrebbe bisogno di confrontarsi con la scena internazionale anche a livello di club. Una vetrina che con il Torino ha vissuto solo nell’estate del 2019, con i turni preliminari di Europa League. Un’esperienza positiva per il giocatore – con 6 gol realizzati in 6 partite – e negativa per la squadra, incapace di raggiungere la fase a gironi. L’ennesimo ostacolo trovato da Belotti con la maglia del Torino, per raggiungere quei livelli a cui può legittimamente aspirare.

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