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Arrigo Sacchi: la carriera dell’allenatore dai successi col Milan alla crisi con Baggio

In Primo PianoArrigo Sacchi: la carriera dell'allenatore dai successi col Milan alla crisi con Baggio

Arrigo Sacchi, chi è il leggendario tecnico che ha rivoluzionato il gioco del calcio, portando al successo il Milan e avvicinandovisi con l’Italia.

Se si pensa alla storia del calcio e ai suoi grandi maestri, non si può non pensare ad Arrigo Sacchi. Un allenatore che ha fatto la storia di questo sport, guadagnandosi la fama di uno dei tecnici migliori di sempre. Ripercorriamo quindi la carriera del leggendario tecnico.

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La carriera di Sacchi: l’ascesa fino al Milan

La carriera da allenatore di Sacchi inizia dalle serie minori, allenando il Fusignano in Seconda Categoria, l’Alfonsine in Promozione e il Bellaria in Serie D. La prima affermazione importante arriva nel 1982, quando Sacchi guida il Cesena alla conquista dello scudetto Primavera.

Fino a quel momento Arrigo si era destreggiato tra i campi da calcio e l’azienda di calzature del padre. Da quel momento decide di dedicarsi solo al calcio, sfruttando le proprie conoscenze per farsi strada. Il fondatore del Cesena, Alberto Rognoni, riesce a ottenere per il suo allenatore l’iscrizione al corso di Coverciano, grazie all’intermediazione di Italo Allodi.

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Sacchi con tinta quindi il suo percorso, allenando il Rimini in Serie C1 e le giovanili della Fiorentina. Nel 1985 Sacchi arriva sulla panchina del Parma, conquistando con i ducali la promozione in Serie B ed eliminando l’anno dopo il Milan dalla Coppa Italia.

Un match che gli svolta la carriera, visto che il suo gioco strega il presidente dei rossoneri, Silvio Berlusconi, che lo vuole al Milan.

La carriera di Sacchi: gli anni al Milan

Il 3 luglio 1087 Arrigo Sacchi firma un contratto annuale col Milan. Il tecnico stravolge subito il mondo dei rossoneri, imponendo il proprio metodo di allenamento innovativo, non apprezzato da alcune colonne della squadra come Baresi e Ancelotti. L’accoglimento del tecnico è scettico, ma Berlusconi difende sempre con forza la propria scommessa: e avrà ragione.

I primi i risultati non sono positivi, con il Milan che viene eliminato prematuramente dalla Coppa UEFA. I tifosi iniziano a chiedere il ritorno di Capello, ma col procedere della stagione la squadra rossonera trova la propria quadratura, fino a conquistare lo scudetto nello scontro al vertice col Napoli di Maradona.

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L’anno dopo il Milan arriva terzo, ma vince la Coppa dei Campioni strapazzando in finale 4-0 la steaua Bucarest. Nei suoi quattro anni in rossonero, Sacchi porta nella bacheca di Milanello uno scudetto, una Supercoppa italiana, due Coppe dei campioni, due Supercoppe UEFA e due Coppe Intercontinentali.

Il Milan di Sacchi si afferma come una squadra leggendaria, dominante in Europa e dal gioco spumeggiante. Nel 2006 France Football ha nominato quel Milan la migliore squadra del mondo del dopoguerra.

La carriera di Sacchi: L’Italia e il mondiale del 1994

Nell’ottobre del 1991 Sacchi viene assunto alla guida della Nazionale italiana, al posto di Azeglio Vicini che aveva mancato la qualificazione all’Europeo del 1992. Sacchi ha quindi il compito di guidare gli azzurri al Mondiale del 1994, alla rivincita dopo la delusione del mondiale casalingo di quattro anni prima.

Il mondiale americano si rivela una straordinaria avventura per l’Italia, terminata solo in finale nel caldo infernale di Pasadena, col dramma dei rigori. Un mondiale non brillante nel suo avvio, col girone passato a fatica grazie al ripescaggio tra le migliori terze. Poi nella fase finale l’Italia si libera di Nigeria, Spagna e Bulgaria, guidata da uno straordinario Roberto Baggio.

Proprio il Divin Codino però sbaglierà il rigore decisivo nella finalissima contro il Brasile, sancendo la fine del sogno azzurro.

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La carriera di Sacchi: gli ultimi anni

Dopo l’Europeo del 1996, terminato anzitempo ai gironi, occhi dice addio alla panchine dell’Italia. Nel dicembre di quell’anno torna al Milan, prendendo il posto di Tabarez, ma non riesce a invertire la rotta e a risollevare la squadra.

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Dopo il secondo addio al Milan, nel giugno 1998 Sacchi tenta l’avventura estera, all’Atletico Madrid, ma dopo sette mesi viene esonerato, senza aver ottenuto alcun risultato di rilievo. Il 16 febbraio 1999 annuncia il ritiro dalla propria carriera di allenatore, salvo tornare per circa un mese nel 2001 alla guida del Parma, abbandonando però a causa di alcuni problemi di salute dovuti al troppo stress della professione.

Dopo il ritiro, Arrigo Sacchi ha intrapreso la carriera da dirigente, facendo delle esperienze a Parma, Real Madrid e Italia. Abbandonato anche questo mondo è diventato opinionista e commentatore televisivo.

La carriera di Sacchi: il rapporto con Baggio

Uno dei grandi temi della carriera di Arrigo Sacchi è il rapporto con Baggio. Un rapporto tumultuoso, tra alti e bassi, finito malissimo. Sacchi mette Baggio al centro della sua Nazionale e Roby ripaga la fiducia, ma con l’inizio del mondiale del 1994 tutto cambia.

La pietra dello scandalo è la sostituzione di Roberto Baggio durante il match tra Italia e Norvegia nella kermesse statunitense. Al 21′ gli azzurri rimangono in dieci per l’espulsione di Pagliuca e Sacchi decide di togliere dal campo proprio il Divin Codino, per fare spazio al secondo portiere Marchegiani.

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La sostituzione suscita scalpore e segna la rottura tra Sacchi e Baggio. Il Divin Codino trascinerà l’Italia in finale, fino a quell’errore decisivo dal dischetto. Dopo al delusione del mondiale, Sacchi resta alla guida dell’Italia, ma fa fuori Baggio per l’Europeo del 1996.

L’ultimo atto del complicato rapporto tra Sacchi e Baggio si consuma nella breve esperienza del ritorno al Milan del tecnico. Il giocatore finisce quasi sempre in panchina e si sfoga pubblicamente, attaccando il mister. A fine stagione Sacchi lascia il Milan, finendo praticamente la propria carriera e quella faida con Baggio rimasta irrisolta.

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