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Il Brasile ha indossato l’azzurro per necessità, non per scaramanzia o per celebrare il debutto di Carlo Ancelotti sulla panchina della Seleção. La maglia gialla, riservata all’Ecuador padrone di casa, ha lasciato il ct italiano al suo esordio nelle qualificazioni sudamericane con una gara dal sapore amaro. A Guayaquil, in un clima carico di aspettative ma povero di spettacolo, il Brasile ha raccolto un punto senza riuscire a convincere sul piano del gioco.

La formazione di partenza ha visto Alisson in porta, linea difensiva con Vanderson, Marquinhos, Alex e Alex Sandro, Casemiro davanti alla retroguardia insieme a Bruno Guimarães e Gérson, mentre il tridente era composto da Estêvão, Richarlison e Vinícius Júnior. L’occasione migliore è arrivata al 21’: Estêvão ha recuperato palla al limite, Richarlison ha tentato la conclusione, respinta, e sul proseguimento Gérson ha servito Vinícius Júnior, il cui tiro è stato respinto da Valle. Una fiammata isolata in mezzo a un primo tempo opaco. Nella ripresa Ancelotti ha provato a cambiare volto alla squadra inserendo Matheus Cunha, Martinelli e Andrey Santos, ma la manovra è rimasta prevedibile. L’unico tiro degno di nota, un rasoterra di Casemiro al 75’, è stato bloccato senza affanni.

Al termine del match, Ancelotti ha provato a leggere il bicchiere mezzo pieno: «Abbiamo avuto una buona organizzazione. Siamo soddisfatti, abbiamo fatto una buona gara a livello difensivo. Ci è mancata un po’ di fluidità in attacco». A difendere il ct ci ha pensato anche Vinícius Júnior: «È il miglior tecnico con cui ho lavorato. Non ha avuto ancora tempo per fare il suo lavoro». Intanto, il Brasile resta quarto con 22 punti, ma rischia il sorpasso della Colombia. E la stampa brasiliana non è tenera: O Globo scrive che «il pareggio dà la misura del lungo lavoro da fare per Ancelotti».

Pasquale La Ragione

Napoletano fuori, milanista dentro. Non so fare nulla ma lo faccio splendidamente bene. Non avrai altro Dio all'infuori di Paolo Maldini il mio primo ed unico comandamento. Costruito dal basso e in direzione ostinata e contraria. Lo Scudetto 2022 il più bello della mia vita personale e professionale ma il Milan di Ancelotti mi ha insegnato che dopo Istanbul c’è sempre Atene.