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Adolfo Gaich, il ‘Tanque’ con la Serie A nel destino

Calcio EsteroAdolfo Gaich, il 'Tanque' con la Serie A nel destino

Adolfo Gaich è una delle nuove proposte del calcio argentino: dopo una parentesi in Russia da dimenticare, potrebbe finalmente sbarcare in Serie A

Da Bengolea, 1200 abitanti nell’interior di Cordoba, al Nuevo Gasometro, cuore pulsante di Boedo e tana del San Lorenzo, uno dei club più tifati e amati d’Argentina. La (rapida) parabola di Adolfo Gaich potrebbe banalmente riassumersi così. In realtà, in mezzo a questa ascesa, ci sono state delusioni, rinunce forzate e sacrifici, fatti per arrivare il prima possibile all’obiettivo sognato sin da quando era bambino: diventare un calciatore.

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Sfaccettature di una storia che adesso potrebbe continuare la sua evoluzione in Europa: è notizia di qualche giorno fa, infatti, dell’interesse dell’Inter per il centravanti del CASLA, un profilo che in Italia troverebbe il paese adatto per completare la propria maturazione, trasformandosi direttamente in un’operazione di calciomercato molto interessante e di prospettiva.

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Adolfo Gaich, appuntamento con l’Italia

L’appuntamento tra Adolfo Gaich e l’Europa era programmato per fine gennaio 2020, quando il Bruges aveva di fatto trovato l’accordo con il San Lorenzo per prelevare l’80% del cartellino dal club azulgrana. La trattativa prevedeva il pagamento di 12.5 milioni di euro, ma in extremis la società argentina aveva alzato le pretese, costringendo il club belga a ritirarsi stizzito dalla corsa.

Un vero peccato, principalmente perché in un campionato ‘cuscinetto’ come la Jupiler League, il bomber del Cuervo avrebbe potuto seriamente fare i botti. Inoltre, approdare in Belgio gli avrebbe permesso un approccio più soft col vecchio continente.

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L’impressione però è che Gaich valga qualcosa in più. Chiariamoci: la prima cosa che balza all’occhio vedendolo giocare, è che gli manchi ancora (più di) qualcosa per renderlo un profilo completo sotto tutti i punti di vista. Considerando però che si tratta di un classe 1999, il tempo per migliorare di sicuro non manca.

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Gli esordi, i fallimenti e un incontro decisivo

Cordoba è città di calcio ma, nonostante ciò, Adolfo Gaich non è mai riuscito a farsi notare da uno dei tre grandi club cittadini. L’unico legame con la sua terra si chiama Club Unión de Bengolea, nel cui vivaio entra da piccolissimo per poi mettersi in mostra a suon di gol. Non solo, perché nei primi anni il talento cordobense deve fare i conti con uno sviluppo fisico precoce: nessuno può ancora immaginarsi che, un giorno, il ragazzo diventerà letteralmente un armadio, ma a livello giovanile questa esplosione di muscoli gli rende la vita abbastanza facile contro i suoi coetanei.

Il padre intuisce che il materiale, seppure grezzo, è di buona qualità, così parte per Buenos Aires dove, ad attenderli, ci sono un paio di provini. Il primo finisce molto male: quando arriva nel centro sportivo del Lanus, a Gaich vengono concessi pochi minuti in campo prima del classico “ci risentiamo”.

La delusione più grande, però, arriva qualche tempo dopo, quando a sbarrargli la porta è il River Plate, il club del suo cuore. Quando tutto sembra mettersi male, arriva il San Lorenzo: Claudio Biaggio, un’icona a Boedo, si innamora di lui e lo porta nella Reserva, facendolo poi esordire in prima squadra nel momento in cui viene chiamato alla guida della prima squadra, post esonero di Aguirre.

La risposta è ottima, nonostante la squadra risenta di alti e bassi a livello di prestazioni: a oggi, la punta di Bengolea ha segnato 8 gol in 27 apparizioni, ma paradossalmente è grazie all’Argentina che è riuscito ad attirare su di sé le attenzioni maggiori. Dopo aver ben figurato al prestigioso Torneo de l’Alcudia, nel Sudamericano under 20 dello scorso anno ha segnato un’importante tripletta al Venezuela. Tre sono anche le reti firmate al Mondiale della scorsa estate, dove ha evidenziato un grande feeling con l’altra ‘joya’ del calcio argentino, Julian Alvarez del River Plate.

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Adolfo Gaich: caratteristiche tecniche

Il Sudamerica, si sa, è il continente dei soprannomi. Adolfo Gaich, in tal senso, se n’è guadagnati addirittura cinque. Il primo è ‘Tanque’, il carrarmato, che fa direttamente riferimento alla sua struttura fisica. Poi c’è ‘Fuhrer’, che tradisce le sue chiare origini tedesche. ‘Genocida del gol’ e ‘La solucción final’ invece descrivono perfettamente la sua attitudine realizzativa, mentre ‘Shrek’ si rifà alla somiglianza con il celebre personaggio Disney. In ogni caso, il bomber del San Lorenzo è una punta che mixa bene l’enorme mole fisica – 190 centimetri per 85 chili – a un insieme di capacità balistiche notevoli per uno della sua stazza.

Il suo ruolo è prettamente quello della prima punta. Che, in chiave Serie A, significherebbe diventare un innesto interessante per molti. Va detto che ha ancora dei limiti: per esempio, si assenta troppo dalla partita e fatica a leggere la maggior parte delle situazioni di gioco. Limiti smussabili, per carità, ma che implicano fargli trovare sulla propria strada un tecnico formatore di livello. Inoltre, Gaich – pur amando giocare con la palla nei piedi – è un po’ macchinoso nei movimenti, nonostante possieda un buon tiro.

Complessivamente, però, è un profilo sul quale si può pensare di investire: ora l’argentino ha una valutazione alta, dalla quale il CSKA di Mosca, che lo ha acquistato in estate dal San Lorenzo, non si schioderà.

In passato ci hanno pensato Inter e Lazio, ma in generale la sensazione è che, se non dovesse essere una squadra di primo livello, il futuro del ‘Tanque’ potrebbe comunque svilupparsi in una nesta metà-bassa classifica di Serie A, dove può rilanciarsi. Il suo idolo è Messi, come dichiarato in una recente intervista: “Giocare con lui sarebbe un sogno, lo ammiro da sempre”. Il Barcellona, per ora, sembra lontano: ma i sogni sono fatti per essere realizzati.

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