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Ha portato all’addio di Messi, ma la Federcalcio tuona: “È illegale”

Calcio EsteroHa portato all'addio di Messi, ma la Federcalcio tuona: "È illegale"

L’accordo Liga-CVC sarebbe illegale, secondo quanto riportato dalla Federcalcio spagnola. Una nota che potrebbe rimescolare il calcio iberico e alimentare ulteriori polemiche sull’addio di Messi

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Un accordo illegale, che vincola tutti per mezzo della falsa attribuzione a favore della Liga di diritti di cui non è proprietaria”: così la RFEF (Real Federacion Española de Futbol, ovvero la Federcalcio spagnola) ha descritto in una nota il discusso accordo tra il massimo campionato del Paese iberico e il fondo britannico CVC.

Una notizia che rischia di creare forte scompiglio nel calcio spagnolo, specialmente dopo le critiche all’accordo arrivate nei giorni scorsi dal Barcellona, che lo ha collegato al forzato addio di Messi, e dal Real Madrid, che ieri ha annunciato di voler fare causa alla Liga e al suo presidente Javier Tebas.

Che cos’è l’accordo Liga-CVC

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Negli scorsi giorni, la Liga ha firmato un contratto con il fondo britannico CVC (che già era stato in trattativa per lo stesso progetto con la Serie A) per un piano di crescita economica del brand del campionato spagnolo che, nelle parole del presidente Tebas, dovrebbe portarlo a diventare più ricco e spettacolare, alzando il valore di tutti i club.

liga 2021/22
Fonte immagine: @Atleti (Twitter)

CVC verserà 2,7 miliardi ai club della Liga per coprire i debiti e migliorare le proprie strutture, in cambio del 10% delle quote del campionato. L’investimento servirà a sostenere lo sviluppo economico e tecnologico della Liga, ma prevede anche un accordo sui diritti tv del torneo, sulla cui commercializzazione CVC avrà voce in capitolo entrando a far parte della nuova struttura che gestirà il campionato.

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L’affare era stato inizialmente indicato come molto gradito ai due club più potenti, Real Madrid e Barcellona, che grazie alla grossa iniezione di denaro avrebbero potuto coprire gran parte dei loro debiti. Ma le reazioni delle società sono state del tutto opposte: Real e Barça hanno contestato che la trattativa non si avvenuta su base concorrenziale e di non aver avuto voce in capitolo. Hanno lamentato, inoltre, la decisione di cedere il 10% degli introiti dei diritti tv per i futuri 50 anni a CVC, per un tornaconto secondo loro troppo ridotto.

Mentre il Real Madrid, come visto, ha fatto causa alla Liga, il Barcellona aveva già criticato l’accordo nei giorni scorsi anche in relazione al caso Messi. Il patto con CVC è collegato infatti alle nuove regole sul tetto salariale imposte dalla Liga e responsabili del mancato rinnovo del 10 argentino: Laporta, presidente del Barça, ha spiegato che per confermare Messi avrebbe dovuto sottoscrivere l’accordo Liga-CVC, a cui però era contrario per non volere “ipotecare i diritti del club per 50 anni”.

Le parole della RFEF

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A scuotere ulteriormente una situazione già complicata è arrivata oggi la nota della Federcalcio spagnola, che contesta la legalità della parte dell’accordo Liga-CVC relativa ai diritti tv del campionato. La RFEF cita il Real Decreto-Ley 5/2015, che regolamenta il mercato spagnolo dei diritti tv, evidenziando che con il nuovo accordo la Liga vorrebbe cercare di sfuggire ai controlli fiscali previsti dalla legge e pagare meno tasse di quanto dovrebbe.

tebas liga
Fonte: @javier.tebas (Instagram)

Ma la nota discute anche dell’opportunità economica dell’accordo col fondo britannico. Le ragioni dell’opposizione della RFEF sono dovute alle grosse limitazioni imposte ai club nella gestione dei diritti tv a causa dell’ingresso di CVC, compensate da un investimento monetario “poco significativo”. La preoccupazione della Federcalcio è che, in questo modo, le società vedranno in realtà ridursi i propri introiti, indebolendo il campionato a livello generale.

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In ultimo, la nota aggiunge una dura critica allo stesso presidente della Liga Javier Tebas, che così diverrebbe anche presidente della nuova struttura societaria che unisce Liga e CVC, andando a percepire di conseguenza “nuovi emolumenti ed evitando i già pochi controlli che ora gli vengono imposti”.

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